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André rivive la GMG a Rio

5 Settembre 2013 - Don Ivo: "Cari amici, calcolando che io non sono un giornalista (e non ho nemmeno nessuna pretesa di diventarlo) e che Andrei, come tutti i giovani della Guinea-Bissau, è di poche parole, mi sembra che il risultato di questa intervista sia ottimo. Lo condivido con voi perché anche un ragazzo semplice e inesperto di Bigene potrebbe riuscire a stupirci e a donarci insegnamenti utili a tutti.
Dopo un mese dal suo ritorno dalla Giornata Mondiale Giovani (GMG) svolta a fine luglio a Rio de Janeiro, volevo capire cosa succede nel cuore di questo giovane. Non è facile: i miei giovani non sono abituati ad esprimere i loro sentimenti come i loro coetanei italiani. Ma ho voluto provarci. Ditemi voi se ne valeva la pena. A volte le risposte sono dettagliate, altre volte ci sono delle risposte che definirei secche. Cioè chiare e definite, senza tanti giri di parole. E queste risposte secche dicono tanto sulla vita di questo ragazzo e della mia gente cristiana di Bigene. Non dimentichiamo che siamo a Bigene, in mezzo alla foresta sub-sahariana, senza corrente elettrica e acqua nelle case, senza strade asfaltate e fognature. Eppure…


André con la sua bella maglietta della GMG e la Croce dei giovani che hanno partecipato all'incontro con il Papa


Ciao Andrei, dimmi qualcosa della tua vita, della tua famiglia.
Ciao. Mi chiamo André Djimali. Sono nato a Bigene 30 novembre 1994. Primo figlio di mia mamma (ho lasciato le espressioni originali di questa cultura locale: mi sembrano interessanti!): la nostra famiglia è composta di 12 persone: mio papà è il catechista della chiesa cattolica Alfredo, mia mamma si chiama Neia, è la domestica nella casa dei padri missionari. Ho 5 fratelli più piccoli: Natalia, Pedru, Alberto, Renata e Mighel.
Ho studiato fino alla sesta classe a Bigene nella scuola dello stato, poi ho iniziato il liceo “Hermondade” a Bor (vicino a Bissau) fino alla nona classe. Lo scorso anno ho fatto la decima classe al liceo “Samora Moises Michel” di Bissau, dove fra poco inizio la undicesima classe.
Sono stato battezzato nel 2000, nello stesso giorno in cui i miei genitori si sono battezzati e sposati con i sacramenti della chiesa. Così io sono cattolico da sempre, nato e cresciuto in una famiglia cattolica.

Noi viviamo in mezzo ad altre religioni: tu sei contento di essere cattolico?
Sono contento perché sento la presenza di Cristo nella mia vita. Quando soffro sento che Cristo è vicino a me.

Cosa hai pensato quando ti ho proposto di partecipare alla GMG di Rio?

Il primo giorno che ho avuto questa notizia, non potevo pensare a quanto era grande la mia gioia di poter fare questo viaggio. Non potevo immaginare a una opportunità come questa, di partecipare a una GMG con tantissimi giovani. Poi ho iniziato a fare i documenti per il passaporto, e ogni volta che facevo un documento sentivo che Cristo mi aiutava a realizzare questo sogno.

In quanti giovani della Guinea-Bissau siete andati a Rio, e come vi siete preparati?
Siamo andati in 13 giovani di tutta la Guinea-Bissau. Ci siamo preparati con incontri appositi sulla cultura del Brasile, e poi su come dovevamo comportarci. Ci hanno aiutato Padre Lino di Bissau e Padre Avito di Bafatà. Poi ci hanno accompagnati loro stessi nel viaggio a Rio.

Prima volta fuori dalla Guinea-Bissau: come è il Brasile che hai visto?
È un popolo umile e ospitale, che ci ha accolti in modo completo. Con tanta gioia, e per noi è stata una gioia grande essere ricevuti così. La prima città in cui siamo stati è Ibiporã, nella missione del PIME, poi siamo stati a San Paolo per la pre-giornata di preparazione all’incontro con il Papa, nella parrocchia di S. Francesco Xavier, e poi a Rio, nella parrocchia Nossa Senhora Aparecida. San Paolo è grande, ma ben organizzata come città. Anche Rio. Mi è piaciuto molto la visita che abbiamo fatto a San Paolo nei centri che raccolgono i bambini di strada, per aiutarli. Queste opere di carità verso i bambini poveri mi hanno impressionato.
Mi sono piaciute molto anche le loro strade e le loro macchine, totalmente differenti da come sono in Guinea-Bissau. E poi anche le montagne, che io non avevo mai visto nella mia vita (il territorio della Guinea-Bissau è tutto pianeggiante).
E poi la visita al Corcovado, con la statua di Cristo Rei: una cosa che mi ha molto impressionato. Una statua così grande, meravigliosa. Troppo grande. Mai visto una cosa così bella.

E poi hai incontrato il Papa Francesco. Raccontaci…
Il primo giorno che lo abbiamo visto, era in una macchina bassa, e noi abbiamo corso per poterlo incontrare, o per vederlo da vicino. Io correvo con la mia bandiera della Guinea-Bissau in mano. Correvo, correvo…. Finché sono arrivato vicino alla sua macchina. La prima volta che vedevo un Papa da vicino. In quel momento mi sono sentito pienamente motivato, sentivo che ero veramente alla GMG con il Papa. Ho corso più degli altri, che sono rimasti indietro, e poi lo dicevo a tutti i miei amici: io l’ho visto, io l’ho visto. Il cuore mi batteva forte come non mi è mai accaduto prima.
La seconda volta ho visto il Papa a Copacabana, nella celebrazione di apertura della Giornata. Anche questa volta ho corso più degli altri, e ci sono arrivato vicino a dove passava con la macchina.
La terza volta nella Messa di invio: eravamo tutti uniti questa volta. E lui ha fermato la macchina per baciare un bambino, e noi eravamo lì, accanto a lui. Che posso dire? Le mie parole non possono esprimere quello che sentivo e sento.

Chi è per te il Papa?
Papa Francesco è il portavoce di Cristo nel mondo, è il messaggero di Cristo.

Ci sono delle parole del Papa che ti sono più care?
Certo, senza dubbio: “Bo bai sin medo pa evangeliza”. “Andate, senza paura, per evangelizzare”: è una parola che sento forte, come un altro comandamento da aggiungere ai 10. È Cristo che ci dice di andare, sin medo, pa evangeliza.

I tuoi amici con i quali hai condiviso tutto questo come si sono sentiti?

Tutti felici, in un ambiente di festa, con tante preghiere di tantissimi giovani che stavano uniti. Siamo stati bene assieme. Alcuni ci chiedevano se siamo della stessa parrocchia, ma noi siamo tutti di parrocchie diverse della Guinea-Bissau, ma tanto uniti tra di noi.

Cosa pensi di tantissimi giovani, di tutto il mondo, che stavano uniti per ascoltare le parole del Papa?

Quando ho visto giovani di tutto il mondo, ho pensato che veramente è Cristo che è uno solo, e ci unisce come un solo popolo, anche se venivamo da tutto il mondo. Noi della Guinea-Bissau abbiamo fatto amicizia con altri giovani di Hong-Kong, Messico, Venezuela, Senegal, Brasile. Anche dell’Italia, giovani provenienti dalla città di Verona e da altre città che non ricordo. Con loro abbiamo fatto amicizia in tanti momenti diversi. Ma è stata una cosa fantastica trovarsi così, uniti nella stessa fede.

Hai dovuto visitare anche Lisbona…. (a causa del volo di ritorno cancellato)
Che bella. Le piazze con le sue statue mi sono piaciute in modo particolare. Poi mi sono molto piaciuti quelli che stanno fermi come statue…. (gli artisti di strada).

Dopo Rio, cosa cambia per te?
Cambia il mio modo di comportarmi con le persone. Voglio comportarmi meglio con gli altri, voglio scegliere quello che è buono per tutti.

E cosa desideri studiare dopo il liceo?

Vorrei fare l’università, la medicina. Mi piacerebbe tanto. Se riesco a ricevere un sussidio, mi piacerebbe tanto studiare in Europa. Oppure anche a Bissau. Vorrei essere un medico. Vedremo.

Un bravo dottore cristiano può fare tanto del bene nella sua vita. Sei consapevole di questo?
Si, io voglio aiutare la mia gente.

Ciao André, rimani come sei. Il Signore ti aiuterà sempre.

don Ivo, Bigene, 5 settembre 2013

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